lunedì 19 novembre 2012

Il Boga Grip tra necessita' e velleita'

di Marco Milardi

Di seguito riportiamo un articolo molto interessante che Marco ha pubblicato sul suo Blog personale ( PaperFish Biology ) riguardante il Boga Grip. Strumento utilizzato da molti ma che ha diviso l'opinione dei pescatori sulla sua pericolosità e sulla suo reale necessità di utilizzo.
Buona lettura











Non sono un gran sostenitore dell'uso del boga grip.


Non tanto per l'attrezzo in se' quanto per il modo in cui viene usato dalla stragrande maggioranza dei pescatori. Perche', ricordiamolo, alla fine e' sempre una questione di come si usano gli strumenti che si hanno.

Recentemente ho trovato questo video che racconta di una ricerca effettuata in Australia, sul barramundi, un pesce della famiglia dei Latidi tra i piu' apprezzati dai pescatori sportivi.
Apprezzo sempre quando e' possibile divulgare i risultati di una ricerca scientifica in maniera semplice e diretta, come con un video, ma quello che mi ha colpito di piu' e' stato vedere il concetto dello studio "travisato" dallo stesso autore, nella fretta di comunicare.

Il dottor. Grace, che appare nel video, dice chiaramente che le lesioni alla spina dorsale provocate dal boga grip si sarebbero normalizzate in pochi giorni, e che il danno alla mandibola era di poco conto. Invece, purtroppo, si sbagliava.

Nell'articolo pubblicato in seguito a questo studio infatti Grace e Gould hanno rilevato danni praticamente permanenti, che permanevano 10 settimane ed oltre. Inoltre tutti i pesci maneggiati con il boga, anche in orizzontale, ricevevano un grosso foro che non era "comparabile con una ferita di un amo" come sostenuto nel video.
Alla fine puo' succedere, una discrepanza tra risultati preliminari e finali.

Il tutto pero' mi ha portato a fare una riflessione: il boga grip serve davvero? e se si, quando e come?




Alla fine il barramundi e' un pesce senza denti, e' vero che i suoi opercoli sono abbastanza affilati ma certamente non dovrebbe essere impossibile maneggiarlo. Certo, mettere le mani in acqua in una regione infestata di coccodrilli marini non e' certo consigliabile.
Ma un guadino? potrebbe essere un'alternativa? Lestang ed altri ricercatori se lo sono chiesto ed hanno effettuato uno studio su due diversi tipi di rete, trovando (mica tanto a sorpresa) che guadini senza nodi danneggiano meno il pesce.

Anche se lesioni minime si procurano anche con questo attrezzo la percentuale di sopravvivenza e' comunque molto alta, intorno al 90%.

Quando e come serve 

Ma allora, se puo' essere sostituito da un guadino, quando serve davvero il boga grip? Sicuramente potrebbe servire in tutte le situazioni in cui il pesce presenta spine o denti in grado di ferire seriamente il pescatore, ed al tempo stesso in cui sia poco pratico portarsi un guadino, belly boat, kayak o wading in localita' remote. Al tempo stesso si deve trattare di situazioni in cui magari e' pericoloso avere le mani in acqua e non e' possibile bloccare il pesce prendendolo, ad esempio, per la coda o le branchie.


(Un piccolo squalo. In questo caso sicuramente meglio usare un boga grip se non si e' pratici con altre prese (foto@???))



Per prevenire danni bisognerebbe applicarlo soltanto a pesci stremati, allungando quindi i tempi di combattimento e lo stress. Un pesce ancora in forze puo' facilmente ferirsi dibattendosi, a meno di non usare modelli a testa rotante e una buona dose di tecnica (mollando il boga nelle sfuriate). Usare soltanto modelli con protezioni in gomma sulle ganasce, e soltanto per tenere i pesci in acqua, non per sollevarli, specialmente non con il solo boga grip.

Quando non serve 

Sicuramente non serve in tutti i casi in cui i pesci non hanno denti o spine che possano danneggiare il pescatore. Uno dei casi piu' eclatanti e' quello del bonefish, un pesce della famiglia Albulidae che e' molto famoso tra i pescasportivi per la sua difesa.



                                   (Un bonefish estratto col boga (foto@???))

Il bonefish non ha denti, se non delle piastre con denti granulari, atti a triturare. Eppure i pescasportivi usano il boga grip regolarmente su questo pesce. Non ci voleva un genio per capire che non e' un'idea brillante, ma comunque Danylchuck e colleghi hanno voluto provare scientificamente a quantificare il danno.
Risultato: 40% di pesci con lesioni gravi.

Non e' solo un problema intrinseco all'attrezzo, quanto al suo uso.
Chi ne abusa finisce per usarlo anche in un sacco di situazioni veramente assurde, ne metto solo due per farne capire l'incongruenza.

  
                                                                                             
                                                              ( Un ghiozzo (foto@???)

Che danni fa?

Legata al boga grip si trova spesso uno slogan: "salva un pesce, usa un boga-grip!"

Purtroppo, come abbiamo visto, questa e' solo pubblicita'. Utilizzare il boga grip sicuramente previene alcune delle lesioni alla cute tipiche di guadini o ancora peggio stracci.

Pero' per contro espone a rischi piu' seri.
La maggior parte riguardano dislocazioni articolari della mascella e della colonna vertebrale ma sicuramente nella lista vanno aggiunte anche le lesioni all'apparato boccale. Le lesioni alla mandibola avvengono quando il pesce si dibatte (anche in acqua) mentre quelle alla colonna vertebrale sono tipiche dei momenti in cui il pesce viene sollevato.

Questo tipo di lesioni possono portare ad infezioni (se esterne) e soprattutto alla non corretta ripresa delle funzioni comportamentali del pesce. Raramente portano alla morte (anche se succede) ma facilmente disturbano l'alimentazione del pesce, per un tempo medio-lungo dopo la cattura.




     (Un luccio con la mandibola dislocata da un lip grip (foto@Riccardo Gurzoni/Esox2000)


Che si debba arrivare a cercare di vietare la vendita sul territorio nazionale, come associazioni di pesca inglese stanno cercando di fare ultimamente? (e hanno gia' fatto per gli apribocca..)


Non lo so, non sta a me dirlo.


Continuo invece a credere nel potere dell'educazione e, con questo articolo, faccio la mia piccola parte.


Riferimenti bibliografici:
Gould e Grace 2009
Lestang et al. 2008
Danylchuck et al 2008